Una famiglia numerosa e, a tratti, quasi pittoresca quella di Ettore , uomo dal grande cuore. Una famiglia come tante, nella quale forza e debolezza, coraggio e fragilità, tenacia e rinuncia danzano insieme, in una scena collettiva di tanti colori ed altrettante forme plastiche.
Ben sei i suoi figli; i figli maschi ai quali il destino o semplicemente le circostanze della vita quotidiana hanno preparato una certa stabilità affettiva ed emotiva; si tratta di Tommaso, Tancredi ed Enrico che, pur vivendo lontani gli uni dagli altri, coronato il passo del matrimonio, rispettivamente con Virginia, Laura ed Emma, sono impegnati costantemente a gestire ménage familiari, tutti impegnativi pur nelle loro differenze. La vita di Tommaso e Virginia si riempie anche delle cure e delle attenzioni per Ginevra, figlia dolcissima ed amabilissima.
Ci sono, d’altro canto, anche le figlie femmine, a cui, invece, il destino o semplicemente le diverse circostanze della vita quotidiana non hanno offerto la stessa stabilità affettiva ed emotiva: Rachele, Matilde ed Alice: un volo spiccato, ma breve e subito disilluso per la prima, forte però della straordinaria creatura che suo figlio Mattia rappresenta per lei;
legami indissolubili anche se conflittuali con il nido paterno, sia pure per differenti ragioni, per le altre due.
Chiave di volta dell’intera vicenda è Olympia, attenta e sollecita nei riguardi di Ettore e della particolare condizione in cui l’uomo si ritrova a vivere, nella sua grande ed accogliente dimora.
Nella Notte dei miracoli, come in tutte le belle storie, le vicende di ogni personaggio danno vita ad una osmosi in cui tensioni e conflitti si armonizzano intorno alla Verità che, malgrado tutto prende forma e trionfa, rivelandosi benignamente a tutta l’Umanità. Comprendersi, perdonarsi, incontrarsi, ciascuno con il suo vissuto, nella sua interiore onestà: questo il monito per tutti, nessuno escluso…